venerdì 5 settembre 2014

ZZUB e #noncelapossofare. Wilma a Roma

43 gradi. Hai venti anni ed una figlia di due.

11 secondi. Un passo dopo l'altro, con quel piede sinistro che fino ad otto anni prima era chiuso in un tutore.

23 secondi e due decimi (batteria). I ventuno tra fratelli e sorelle.

24 secondi (finale). L'ospedale per neri ad ottanta chilometri da casa ed i tuo genitori che due volte a settimana affrontavano il viaggio. 

44 secondi e cinque decimi. Pesavi due chili quando sei nata.

Tanti hanno ceduto al #noncelapossofare. Tu no. 

Wilma Glodean Rudolph, nata il 23 giugno del 1940 da una povera famiglia nera del Tennessee era la ventesima di ventidue fratelli. Fu notata a dodici anni da un allenatore di atletica mentre seguiva le orme della sorella maggiore su un campo di basket. Aveva appena rimosso il tutore che sosteneva la gamba sinistra, paralizzata dalla polio.

Si ritirerà dall'atletica a soli ventidue anni; morirà a cinquantaquattro, per un cancro al cervello.

E'stata la prima atleta statunitense a vincere tre medaglie d'oro nell'atletica in una sola edizione dei giochi olimpici, quelli di Roma nel 1960. Negli USA, ricordano ancora il soprannome datole durante i giochi dai giornalisti italiani: la Gazzella nera. 






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