lunedì 8 settembre 2014

#zzub e #noncelapossofare. Roberta e Mia

Mia ti prende alla gola. Inizia a stringere piano piano. Poi è la voce a non uscire più.

A Roberta è successo a quattordici anni. Camminava sulle Dolomiti e le gambe non hanno retto. Passa un mese, ed inizia a vedere doppio.

Lo stress, dicono. L'adolescenza, dicono.

Intanto la gola si fa sempre più stretta, e Roberta non deglutisce più. Arriva a pesare quaranta chili.

L'esaurimento nervoso, dicono. Una delusione d'amore, dicono.

Quando si bloccano i polmoni, bhé, non dicono più niente. Perché capiscono che è roba seria, e danno alla roba seria un nome.

Miastenia gravis. Per gli amici, Mia. Negli anni settanta è quasi una condanna a morte, la malattia è poco conosciuta e Roberta vive attaccata ad un respiratore. Sette anni.

#noncelapossofare

Poi un medico legge una rivista scientifica americana e propone una terapia con il cortisone. Roberta migliora, il respiratore inizia a non servire più. Diploma, patente, laurea in medicina. Eh già, perché Roberta ha deciso di diventare medico. Anzi, neurologo. A Pisa, dove da tutta Italia arrivano decine di persone in compagnia di Mia.

Roberta Ricciardi, sposata, un figlio, è la responsabile dell'Ambulatorio per la Diagnosi e la Terapia della Miastenia Grave presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - Ospedale Cisanello. Presto andrà in pensione ed il futuro dell'ambulatorio è incerto.



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